scopriamo partinico

Villa Regina Margherita

La Pro loco Cesarò Partinico si occupa di promuovere le bellezze che caratterizzano la nostra città

La Villa Regina Margherita è sita in un ‘ area che in passato era denominata Piano di Gambacurta, apparteneva ai Frati Cappuccini e era caratterizzato da alcuni affioramenti rocciosi su uno dei quali era stato eretto un calvario con una croce in legno al di sopra di una nicchia contenente l’immagine della Madonna Addolorata. Tale spiazzo, fino agli inizi dell’800, venivano utilizzato per le impiccagioni, per la celebrazione di alcune ricorrenze religiose e per i fuochi pirotecnici e, soprattutto, per lo spaglio delle leguminose e delle granaglie. Nel 1852, per iniziativa del sindaco Savarino, nell’area venne realizzato un cimitero recintato da Platani dei quali, oggi, non vi è più traccia. Essendosi reso conto che il Piano di Gambacurta si prestava alla realizzazione di una villa comunale, il Sindaco Poma Avolos con la collaborazione dell’assessore Ragona, nel 1871, ritenne opportuno iniziare i lavori di rimozione delle asperità e delle gibbosità in modo da ottenere un ampio pianoro. Si diede, così, avvio ai lavori di bonifica con la finalità di dare ai Partinicesi un luogo di svago e di refrigerio nelle calde ed afose serate estive. Rimosse le rocce affioranti, si provvide a livellare l’intera area ricoprendola di terra fertile trasportatavi con i carri dalle vicine campagne. Subito dopo vennero tracciati i vialetti, piantumate le prime siepi e create le prime rudimentali strutture: la vasca, i sedili e i primi elementi di illuminazione. Inizialmente, la mancanza di risorse indusse gli amministratori a recintare il giardino con una bassa ringhiera in legno, che, in seguito, fu sostituita da un’altra ringhiera in ferro battuto ancorata sul muretto tuttora esistente e intervallata da esili colonnine in ghisa scannellata e con artistiche modanature. I residui di tale artistica recinzione si possono ammirare nelle strutture perimetrali della vasca centrale. L’inaugurazione della villa avvenne il 18 maggio 1883 con una solenne cerimonia, alla quale parteciparono alcuni Partinicesi che avevano partecipato alla spedizione dei Mille e buona parte della cittadinanza. Nell’occasione enne collocato un cippo marmoreo sormontato da un busto in marmo raffigurante Giuseppe Garibaldi. Contemporaneamente, come risulta dalla data apposta sulla statua, venne eretto un cippo marmoreo sormontato dal busto raffigurante Vittorio Emanuele Il. Le due opere vennero realizzate dall’artista palermitano Benedetto Civiletti (1845-1899). La Villa-Giardino fu intitolata a Margherita di Savoia, divenuta regina il 9 gennaio 1878, a seguito dell’incoronazione del marito Umberto Io.

Un mandato di pagamento di £.1.986.67 emesso il 12 ottobre 1889 consente di stabilire che, tra aprile e novembre del 1887, era stata svolta un’attività di manutenzione degli alberi piantumati in precedenza, si erano scavate delle buche per piantumare altri alberi, era stata predisposta una mensola in marmo per realizzare un sedile e collocato un tubo in zinco per poter irrigare le piante. Si era, poi, provveduto a collocare una recinzione ed erano stati messi a dimora fiori, acquistati alberi e piante, alcune delle quali erano arrivate in treno. Infine, era stato realizzato un tubo flessibile in cuoio, era stata collocata una campana di bronzo di 7 kg, acquistato un quadro di zinco su cui affiggere il regolamento.

Durante la Seconda Guerra Mondiale (1943) la Villa venne occupata da automezzi militari mentre l’artistica ringhiera perimetrale venne rimossa per conferire allo stato il metallo che sarebbe stato utilizzato per finalità belliche. A seguito della rimozione la villa venne recintata da un semplice filo spinato.

Dopo la fine della guerra, la Villa venne sgomberata e riprese la sua antica funzione. Negli anni successivi il filo spinato venne sostituito dall’ attuale ringhiera in ferro.

Il Giardino ha uno schema geometrico e copre un ‘area di circa 12.000 metri quadrati. Il perimetro della Villa delimita uno spazio trapezoidale. Si accede alla Villa mediante cancelli di ingresso dislocati nei punti medi di tre lati e in due angoli (sud ed ovest). I vari settori sono collegati da due viali rettilinei che, intersecandosi con i viali circolari, delimitano le aiuole dentro cui stanno alberi e arbusti. Un filare di Ficus benjamina, lungo il perimetro interno, riunifica con la sua compattezza l’intero spazio alberato. Nel baricentro del giardino è posta la vasca circolare arredata da piante acquatiche e circondata da una ringhiera in ferro battuto intervallata da alcuni lampioni in ghisa.

Probabilmente, verso il 1920, nei pressi della fontana, venne realizzato il palchetto musicale, un anfiteatro rialzato, dove, ancora oggi, si esibiscono le bande musicali del paese.

Sul lato nord-ovest, vicino all’ingresso principale, troviamo la “Casa del custode” in stile liberty.

I viali sono costituiti da una pavimentazione in lastre di pietra irregolare (intervento dei primi anni novanta) che ha sostituito lo strato in asfalto che aveva coperto la preesistente terra battuta.

La vegetazione era, originariamente, in massima parte costituita da esemplari di Pinus, di Ficus e di Palmae soprattutto nei pressi del palchetto della musica e della fontana circolare; le aiuole, col passare del tempo si sono arricchite ed adornate anche di altre piante alcune delle quali divenute anch’esse rare e secolari.

Fra gli esemplari monumentali dobbiamo citare alcuni Brachychiton discolor – Albero fiamma rosa, Sterculia rosacea, Brachychiton populneus Albero bottiglia, Broussonetia papyrifera – Gelso da carta, Ceiba speciosa – Falso kapok, Celtis australis – Bagolaro, Spaccasassi, Caccamo, Cercis siliquastrum – Albero di Giuda, Chamaerops humilis – Palma nana, Citrus aurantium – Arancio amaro, Melangolo, Cycas revoluta – Cycas, Ficus macrophylla subsp. columnaris – Ficus magnolioide, Fico strangolatore, Ficus microcarpa – Ficus a frutti piccoli, Howea forsteriana– Kentia, Jacaranda mimosaefolia –   Jacaranda, Falso palissandro, Lagerstroemia indica – Mirto crespo, Albero di San Bartolomeo, Ligustrum lucidum – Ligustro lucido, Laurus nobilis -Alloro, Magnolia grandiflora – Magnolia, Nerium oleander – Oleandro,        Phoenix canariensis– Palma delle Canarie, Phoenix dactylifera – Palma da dattero, Phytolacca dioica – Fitolacca, Fitolacca arborea, Bella ombra, Pinus halepensis – Pino d’Aleppo, Platanus ×hybrida – Platano comune, Platycladus orientalis– Tuia orientale, Schinus molle – Falso pepe, Albero del pepe, Pepe rosa, Viburnus tinus – Lentaggine, Viburno, Alloro tino, Washingtonia filifera – Palma californiana, Palma filifera, Washingtonia robusta – Palma di Washington, Palma messicana, Yucca gigantea – Yucca, Tronchetto della Felicità. (da uno studio inedito del prof. Bernardo Inghilleri)

 

Fra le cosiddette “piante grasse” non si può fare a meno di citare diversi gruppi di Agave attenuata ed un intricato Cereus validus ; essenze aromatiche tipicamente mediterranee hanno lasciato il posto a siepi di Duranta plumieri e di Buxus  sempervirens le quali delimitano le aiuole che, oltre a quelle citate, ospitano tantissime altre piante.