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La Torre Turrisi-Bonura

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Costruita tra 1546 ed il 1553, oggi si trova all’ingresso della città, dal lato Alcamo, immersa fra tante costruzioni che hanno cancellato la struttura del baglio originario.

La torre è di forma quadrangolare, è alta una decina di metri e si sviluppa su tre livelli, un pianterreno, un primo piano e un terrazzo. È impreziosita da una merlatura che è in discreto stato di conservazione.

Si tratta di una torre realizzata per garantire rifugio e sicurezza al suo antico proprietario, il nobile Aloysio Turrisi, la cui tenuta era veramente notevole, come si desume dal fatto che col suo cognome venne denominato una vasta tenuta che, ancora oggi, è conosciuta come contrada Turrisi soprano e Turrisi sottano, estesa circa 69 salme.

Il primo atto che attesta la concessione enfiteutica ad Aloysio Turrisi risale al 3 gennaio 1546.

Nel 1553, nell’atto testamentario di Aloysio Turrisi contenente l’inventario dei suoi beni, risulta che il baglio era dotato di torre, magazzini e locali in cui risiedeva, perfino, un maestro: è “documentato – scrive Antonino Palazzolo -, sin da quell’epoca, che i bagli costituivano delle piccole sedi stabilmente abitate in cui risiedevano il proprietario con i suoi familiari, gli uomini impiegati nella lavorazione della terra, il ‘maestro di scuola’, oltre tutte quelle dotazioni di edifici rurali che consentivano un modo di vita quasi auto-sufficiente.”

È significativo, al riguardo, – continua il Palazzolo – questo documento da cui si evince che la struttura agricola del ‘baglio’ era in funzione di due elementi indispensabili per la sopravvivenza; cioè, il ‘pozzo’ e ‘la torre’, anzi in questo caso vi erano due torri, di cui una a due livelli ‘cum dui dammusi’, cioè con il sistema costruttivo a volta ed il terrazzo o copertura piana (‘astracu’) scoperto, senza canali o tettoia.”

Erede di Aloysio Turrisi fu il figlio Mariano che, a sua volta ebbe come erede il figlio Ottavio il quale, nella dichiarazione resa nel 1580 all’abbate commendatario, scrisse di possedere nel feudo della lannilla “un luogo grande e migliara duecentotrenta di vigna, terre scapole, selvagge, torre, baglio, stantie, albori appresso la strada pubblica che va da Partinico ad Alcamo e confina con il fego delli Margi, mediante il Vallone.”

Il 16 giugno, don Ottavio Torrisi 1582 stipulò il contratto di accordo con l’abbate presso il notaio Antonino Occhipinti. Successivamente, Giovan Francesco Torrisi rinnovò il contratto di concordia il 29 novembre 1614.

Nel 1741 la tenuta agricola dei Turrisi passò al Convento della Zisa di Palermo. La torre, oggi, appartiene agli eredi Bonura subentrati nella denominazione dell’antica torre Turrisi.