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Piazza Duomo e La Fontana Degli Otto Cannoli

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La Piazza Duomo è la più antica e la più importante piazza della città. Infatti, nel progettare il cuore urbanistico del borgo furono previsti la realizzazione della chiesa Madre su un’area sopraelevata e, accanto ad essa, una vasta Piazza di forma rettangolare, larga in media 38 m e lunga circa 250 m che, con i suoi 9.500 mq, era ampiamente sufficiente alle esigenze della città. Tale spazio fu denominato Piazza Maggiore o Piazza Mercato.

Fino alla prima metà del Novecento gli elementi caratterizzanti della Piazza erano il Fondaco, costruito tra il 1464 ed il 1495.

Oltre al fondaco, altro significativo monumento era il Palazzo Scalia realizzato da una delle più importanti famiglie di Partinico con un bel terrazzo che permetteva di avere visione diretta della vita del centro urbano.

Per secoli, lo scenario della Piazza è rimasto immutato, l’ammodernamento del Fondaco, irrispettoso dell’aspetto originario, e la cancellazione del Palazzo Scalia hanno eliminato gli edifici caratterizzanti di un paesaggio urbano cui tutti i Partinicesi erano legati.

Uno degli elementi architettonici più significativi del paesaggio che spicca nel cuore di Partinico è senza dubbio la fontana barocca, comunemente detta Otto Cannoli. Essa, oggi, si trova al centro dell’attuale piazza Duomo, ridotta di almeno 6000 m da un inspiegabile urbanizzazione di parte di essa. La fontana, infatti, era stata eretta nel 1716 per volontà del Cardinale Acquaviva, Abbate commendatario di S. Maria d’Altofonte, nel punto periferico della cosiddetta piazza Maggiore, oggi denominato piazzetta Vittorio Emanuele Orlando o piazza Vara.

Il disegno della fontana fu affidato da don Simone Zati, procuratore dell’Abbate, al “rev. Sac. Don Andrea Palma”, mentre per la sua realizzazione materiale fu dato incarico a cinque scalpellini palermitani (Giuseppe, Santo e Vincenzo Geraci, Aloisio Mira e Carlo Fanara).

La sua sistemazione nel punto in cui si trova, oggi, è dovuta all’iniziativa da Giuseppe Maria De Francisco, prima responsabile del bilancio e dell’annona e, poi, sindaco di Partinico, tra il 1824 e il 1827.

Nella nuova collocazione la fontana venne recintata con una inferriata ed illuminata, ai quattro angoli, da artistici candelabri.

La fontana degli “Otto Cannoli” è una complessa ed aggraziata composizione creata amalgamando insieme forme e materiali che le conferiscono un aspetto armonico e, stilisticamente, pregevole. La plasticità delle forme sono sottolineate dagli effetti cromatici dei materiali utilizzati, il grigio del marmo di Belliemi e il bianco del marmo di Carrara.

La fontana, oggi, è sistemata all’interno di un recinto che occupa un livello più basso rispetto all’area circostante, per consentire all’acqua che scorreva nell’acquedotto laterale di fuoriuscire dalle sue bocche.

Essa è stata concepita con una vasca di base in marmo bigio di Belliemi, quadrangolare, con i vertici sostituiti e addolciti da tre sinuose bombature che impreziosiscono il contenitore.

All’interno della vasca si erge una impalcatura, realizzata con blocchi sovrapposti, che contiene le bocche di erogazione dell’acqua e fa da supporto agli elementi commemorativi e ai simboli araldici del committente, il cardinale Acquaviva.

I simboli araldici dell’Abbate commendatario, realizzati in marmo bianco di Carrara e apposti ai lati di un disco di marmo bigio, amplificano la magnificenza della fontana e sottolineano il rango del committente.

I simboli araldici dell’Abbate commendatario, realizzati in marmo bianco di Carrara e apposti ai lati di un disco di marmo bigio, amplificano la magnificenza della fontana e sottolineano il rango del committente.

Le cannelle sono inserite al centro dei sei rosoni e delle due protomi leonine in marmo bianco, mentre in bella vista spiccano le due lapidi commemorative in marmo di Carrara che contengono le due dediche celebrative dell’Abbate e il ricordo dell’intervento di bonifica dell’area e della sua generosità nel rendere disponibile al popolo il prezioso liquido che sgorgava qualche centinaio di metri più a monte.

Per ricordare il trasferimento della fontana dal punto in cui si trovava in origine al centro dell’attuale piazza Duomo, avvenuto agli inizi dell’Ottocento, vennero aggiunte le due lapidi sui lati corti.

Altro importante elemento architettonico residuo che contribuisce a nobilitare lo scenario della Piazza Duomo è il corpo laterale della Chiesa Madre in cui spicca il Campanile.

Nel 1783, prima ancora di iniziare i lavori di ampliamento della regia Chiesa Madre, venne abbattuta l’antica torre per sostituirla con un nuovo Campanile.

La progettazione dell’ampliamento della Chiesa Madre e del nuovo Campanile venne curata dall’ingegnere camerale regio, Nicolò Anito (1715-1809). Qualche anno dopo, durante i lavori di costruzione del campanile, si ebbe l’intervento del reverendo, don Salvatore Attinelli (1736-1802), ingegnere camerale regio ed esperto nella fabbricazione di orologi, chiamato a fornire la sua competenza nella progettazione e collocazione dell’orologio con i quadranti prospicienti nei lati orientale e settentrionale del campanile.