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Il Palazzo Ram

La Pro loco Cesarò Partinico si occupa di promuovere le bellezze che caratterizzano la nostra città

La costruzione del prezioso ed importante palazzo è legata ad una scelta avvenuta nella seconda metà del secolo XV, quando il sovrano autorizzò l’estirpazione del bosco di Partinico, il suo frazionamento in lotti da concedere in enfiteusi per trasformarli in fondi agricoli, soggetti a canoni annui.

In una fase avanzata di tale processo di trasformazione del bosco, il più facoltoso imprenditore della zona fu Francesco Ram, figlio di Benedetto e di Giovanna Levi appartenente ad una famiglia, protetta da Ferdinando il Cattolico, che aveva creato con Aloisio Sanches il banco Sanches e Levi.

Nella seconda metà del Cinquecento, Francesco Ram cominciò a realizzare una intensa e florida attività imprenditoriale che, nel giro di pochi anni, lo fece diventare il più ricco investitore della zona: acquistò, infatti, il feudo di Paterna (in agro Terrasini), esteso 140 ettari, nel 1570 prese in affitto il Trappeto di Partinico e, dal 1567, aveva cominciato ad acquistare i terreni che oggi ricadono nella contrada che da lui prese il nome di Ramo e che aveva una estensione di salme 80,8 equivalenti a circa 160 ettari di terreno.

Francesco Ram, che già possedeva un importante palazzo a Palermo, in piazza Bologni, sua residenza di città, essendo costretto a trascorrere buona parte dell’anno vicino alle attività economiche, presto, decise di realizzare una struttura residenziale a Partinico comoda, confortevole ed adeguata al suo rango.

La Villa-Casaforte Ram è un modello unico nel territorio e in tutto il Meridione, sia per caratteristiche architettoniche, sia per dimensioni, sia per le soluzioni e gli accorgimenti difensivi, sia perché dotato di un giardino di foggia rinascimentale che occupava l’intero pendio a settentrione del Palazzo delimitato da muri.

La progettazione della villa fu affidata a Vincenzo Pernaci, mentre per l’esecuzione dei lavori fu scelto il “magister fabricator” Giuseppe Giacalone, uno dei più importanti imprenditori/architetti siciliani di quel periodo.

La necessità di tutelare il prezioso manufatto dai rischi presenti nel territorio determinò la realizzazione di un ibrido che era un incrocio tra la villa medicea e la casa forte che aveva avuto ampia utilizzazione nel periodo dei liberi comuni (XII – XIV secolo). La struttura, per la sua dimensione e per tante caratteristiche era anche simile ad un castello che presentava soluzioni fortemente innovative.

La Villa-Palazzo Ram è, quindi, una commistione di elementi strutturali che coniuga bellezza architettonica, spazi di comodità e vivibilità, un salone di rappresentanza di 120 mq e necessità difensive. Solo tenendo presenti gli aspetti stilistico-architettonici e le soluzioni difensive adottate dal suo ideatore che voleva consegnare al suo committente una residenza funzionale ai suoi bisogni in un contesto particolare, come quello partinicese, si potrà capire il valore, la singolarità e l’eccezionalità del monumento.

Lo sfarzo con cui venne realizzato la Villa-Palazzo è largamente provato da tantissimi dettagli che denotano il gusto e la raffinatezza del proprietario, Francesco Ram, esperto di diritto civile e penale, e in possesso di una vasta cultura, come attestano la sua collezione di quadri di stile fiammingo affissi alle pareti della sua residenza di Palermo e i numerosi libri che, oggi, fanno parte della Biblioteca Comunale di Partinico. La maestosa struttura è, infatti, impreziosita dalla vistosa merlatura e dai motivi architettonici ed ornamentali di pregio distribuiti nelle varie parti del palazzo: di gusto raffinato sono l’atrio col suo portico e con la fontana arricchita dallo stemma dei Ram e da un pregevole affresco, il terrazzino-ballatoio del primo piano con simmetrico colonnato, fontana e affresco, un maestoso salone feste con una copertura a volta lunettata, gli affreschi, gli stucchi, i camini, le mattonelle in maiolica con disegni raffiguranti oltre 100 animali fra i quali non rari erano quelli Sud-America e le cornucopie simbolo di ricchezza e di benessere.

Oggi, non è più visibile il giardino rinascimentale che creava uno scenario da sogno in cui era immersa la Villa-Casaforte, ma esso era indispensabile per creare una ambientazione adeguata al maestoso edificio.

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La struttura del cosiddetto Palazzo Ram sfrutta ingegnosamente i dislivelli e la stessa pendenza, distribuendo gli ambienti su più piani: quello inferiore verosimilmente adibito a cantina-dispensa; il piano terra era destinato ai servizi, alla servitù e ai sorveglianti, al piano superiore era allocata la residenza del padrone e della sua famiglia.

Così quello che appariva come piano terreno, in realtà, era il primo piano dell’edificio, magnificamente affacciato sullo scenario paesaggistico dell’angolo occidentale del golfo di Castellammare. Ne deriva che l’unico punto di osservazione della facciata della Villa-Palazzo è dal basso verso l’alto, quello che si offriva a chi, in passato, percorreva l’intera strada di collegamento da Partinico che, oggi, corrisponde col viale Aldo Moro.

Da tale prospettiva la costruzione doveva apparire imponente, massiccia ed inaccessibile, assai simile ad una fortezza o a un castello. Tale effetto visivo era, tuttavia, mitigato dalla piattaforma antistante e dalle due rampe di scale contrapposte, che la rendevano assai simile ad una villa medicea.